Il Teatro dei Filodrammatici |
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Preistoria: il Teatro Patriottico Storia del Teatro dei Filodrammatici Storia dell’Accademia dei Filodrammatici |
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Preistoria:
il Teatro Patriottico
Questo Teatro, sorse come espressione
del giacobinismo e della passione politica del periodo della Repubblica
Cisalpina, in base ad un'ordinanza municipale del 29 nevoso anno V (18
gennaio 1797), che annunciò una gratuita rappresentazione per “... le recenti
strepitose vittorie della sempre brava Armata Repubblicana...”. Ebbe come sede dal 1798 l'antica chiesa dei Santissimi Cosma e Damiano, trasformata dal Canonica, su disegni del Pollak e del Piermarini, ma i suoi spettacoli furono allestiti anche in teatri pubblici e privati, oltre che alla Scala, dove fu attivo musicalmente. il principale sostenitore fu l'ardente democratico Francesco Salfi, che propugnò la nascita di un teatro nazionale, sottratto all'ingordigia degli impresari privati, in questo antesignano dei principi che, nel nostro secolo, furono alla base della nascita del teatro stabile. Scrisse il Salfi: “La commedia sia l'esercizio della pubblica censura, diritto di un popolo libero che guarda i vizii privati come pregiudizievoli ai pubblici interessi...”. L'oggetto della tragedia sia
l'interesse politico delle nazioni e quindi la loro indipendenza e l'odio dei
tiranni. Le serate, gratuite, furono destinate a propagandare il sentimento
repubblicano e ad incanalare e dominare gli umori popolari. Oltre agli attori
professionisti, vi si esibirono anche dilettanti, tra i quali Teresa Pikler,
moglie di Vincenzo Monti, che recitò nell' "Aristodemo" del Monti
stesso. Divenne in seguito l'Accademia dei Filodrammatici. |
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Teatro
dei Filodrammatici
Nacque su richiesta della Società del Teatro
Patriottico, ad opera di Luigi Canonica, su un progetto preesistente di
Giuseppe Piermarini. Secondo il clima dell'epoca, gli architetti, per evitare
discriminazioni, aboliscono i palchetti privati, poi ripristinati dopo il
ritorno degli Austriaci a Milano. Venne inaugurato il 30 dicembre del 1800
con "Filippo" dell'Alfieri. Vi si tenne anche l'opera lirica: vi cantò Giuditta
Pasta e lo stesso Verdi vi si esibì in veste di direttore d'orchestra.
Rifinito e restaurato nel corso dei decenni, fino agli anni Trenta è, col
Manzoni, il teatro milanese più importante per la prosa. La Duse, Sarah Bernhardt, Dina Galli, Ermete Zacconi,
le sorelle Gramatica sono le più importanti figure che ne calcano il
palcoscenico. Proprio qui, nel 1923, la Duse torna a recitare dopo dodici
anni di assenza dalle scene. Nel 1930 Anton Giulio Bragaglia vi rappresenta
per la prima volta "L'opera da tre soldi" di Brecht, col titolo di
"La veglia dei lestofanti". Fu semidistrutto dai bombardamenti del 1943, ma
risorse come Teatro Filodrammatici negli anni Sessanta, restaurato
dall'architetto Luigi Caccia Dominioni su richiesta dell'omonima Accademia. Reinaugurato nel 1970, è ora composto da una platea e due gallerie, per un totale di quasi duecento posti. |
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Accademia
dei Filodrammatici
Fondata nel 1797 con la
denominazione di Teatro Patriottico, è oggi una delle principali scuole di
recitazione d'Italia e, senza dubbio, accanto alla Civica, la più importante
di Milano. Proprietaria dell'omonimo teatro,
gestito dalla Compagnia del Teatro dei Filodrammatici, nata nel 1970 per
iniziativa di un gruppo di ex allievi dell'Accademia, fu costituita da
giovani repubblicani che, appunto alla fine del XVIII secolo, si fecero
assegnare dalle autorità un locale per rappresentare opere in grado di
assecondare il sentimento patriottico, che stava emergendo in forma diffusa
nella città. Prima nella piccola sala del Collegio dei Nobili, dove si
registrò l'esordio con “Bruto primo” dell' Alfieri, poi nella riadattata
chiesa dei Santi Cosma e Damiano, la Compagnia operò col nome emblematico di
Teatro Patriottico, mutato dopo la sconfitta degli ideali repubblicani nel
1805 in Accademia de' Filodrammatici. Tra gli iniziatori si
contarono i fratelli Giusti, i fratelli Silva, il dottor Compagnoni, il
negoziante Rho ed il medico Cozzi, nessuno estraneo alle successive vicende
patriottiche riguardanti la realtà della Repubblica Cisalpina e del Regno
d'Italia. Tra i soci illustri, successivi ai promotori, i Borromeo, Cesare
Beccaria, Vincenzo Monti e Carlo Porta. Tra gli insegnanti famosi, nel secolo
scorso, Pietro Napoli Signorelli, il capocomico Francesco Augusto Bon,
l'attore Alamanno Morelli, lo scrittore Giuseppe Giacosa. Nel Novecento l'insegnamento
della recitazione passa dall'attore brillante Luigi Monti ai coniugi Berti, a
Gualtiero Tumiati e poi a Esperia Sperani, Ernesto Calindri e Riccardo
Pradella, che ne è l'attuale Direttore. Tra i diplomati che assursero a maggior fama: Marta Abba, Paola Borboni, Tino Carraro, Giorgio Strehler e Mariangela Melato. |
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